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venerdì 12 aprile 2013

Idee a confronto


Sigmund Freud

Prima che Winnicott introducesse le concettualizzazioni relative a fenomeni e oggetti transizionali, nella letteratura psicoanalitica non c’era alcun esplicito riferimento a un possibile spazio tra ‘interno’ ed ‘esterno’.
Melania Klein
Sigmund Freud aveva descritto la sequenza evolutiva dal principio di piacere ( piacere/dispiacere, principio di) al principio di realtà delineando in tal maniera il percorso che ogni bambino deve compiere, mentre Melanie Klein aveva posto l’accento sul mondo interno e sulle fantasie che lo alimentano, trascurando l’impatto del mondo      esterno sulla percezione del bambino.

Winnicott era arrivato invece alla messa a fuoco di una terza area 
(molti peraltro sono i termini usati da Winnicott per riferirsi a questa dimensione; terza area, area intermedia, spazio potenziale, luogo di riposo, sede dell’esperienza culturale) a partire dal fatto che egli vedeva un legame tra l’uso del pugno, delle dita e del pollice, da parte di un neonato, e l’uso, da parte del bambino più grande, dell’orsacchiotto o di un giocattolo morbido.
Scrive Winnicott nel suo saggio”Oggetti transizionali e fenomeni transazionali” (1951): «Ho introdotto i termini di oggetto transizionale e fenomeno transizionale per designare l’area intermedia di esperienza tra il pollice e l’orsacchiotto, l’erotismo orale e la vera relazione d’oggetto».
Seppure posto all’origine del gioco e collocato, nel pensiero winnicottiano, alla radice del simbolismo e della creatività, l’elemento fondamentale dell’oggetto transizionale non è il suo valore simbolico, ma la sua esistenza reale. Tant’è che quando il bambino si stringe al suo orsetto oppure si accarezza il viso con la copertina sa benissimo che questi oggetti non sono la mamma, anche se egli, paradossalmente, li utilizza considerandoli mamma.

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